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SALVINI OSSESSIONATO DA MIGRANTI E PAPPONI NELLA LOTTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE


Ho una reazione di insofferente inadattabilità alla stupidità umana. Quando poi questa lede la difesa delle donne vittime di violenza, sotto le spoglie di autorità istituzionale, l’insofferenza si tramuta in rabbia. Pochi giorni fa Matteo Salvini, segretario della Lega Nord e protagonista di continue e imbarazzanti dichiarazioni, ha vomitato l’ennesima sentenza, adattata su misura alla sua ossessiva battaglia contro i migranti e la legge Fornero. Piove per 3 giorni consecutivi? E’ colpa dei migranti che inquinano con il loro sudiciume l’ambiente, alterandone il naturale equilibrio atmosferico. L’Italia è un paese tagliato in due tra miseria e paradisi fiscali? E’ colpa della Fornero, prima tutti eravamo benestanti, felici e non corrotti. E via con gli applausi, spesso frutto della sua fantastica dipendenza dai social. Recentemente l’ennesima follia: ha elogiato i suoi 6 consiglieri della Circoscrizione 6 di Torino (Barriera di Milano) che si sono scagliati contro il progetto di ridipingere di colore rosso dieci panchine, come simbolo della lotta al femminicidio. Gli stessi eletti leghisti si sono opposti al finanziamento dello sportello per donne in difficoltà, il Centro Donne di corso Vercelli. Le due iniziative prevedevano un investimento di 1500 euro per le panchine e di 3500 euro per lo sportello psicologico. Matteo Salvini ha avallato la decisione dichiarando: “Hanno fatto bene: tra minuti di silenzio, fiocchetti e panchine, le donne sono le prime ad averne le scatole piene. Per aiutarle ci vogliono più asili e strade con meno immigrati. La prima richiesta che mi arriva da Torino è la sicurezza. Questa mattina mi hanno spedito una mail che mi raccontava questa vicenda. Ho pensato: chissà chi si sarebbe seduto sopra… Vuole sapere la risposta? Spacciatori e papponi”. E ancora: “Non sono contro i simboli, ma questa è una presa in giro. La regione Lombardia offre 420 euro alle donne separate e ha aperto i centri alla vita che sostengono le donne che non vogliono abortire. Così, si aiutano, non con le panchine rosse”. Dunque una valutazione decisamente ottusa e parziale di un problema di cui, chiaramente, ignora le dinamiche. E se gli si evidenzia una scarsa propensione alla presenza di donne nel suo partito risponde: “Se per donne si intende la Guidi, la Fornero e la Boschi, preferisco non averle. In Lega Nord non crediamo nelle quote, uno è eletto se ha delle qualità. Non perché basso, gay o tifoso della Juve”. C’è da chiedersi come si possa dare credito a tanta imbecillità. Certo, il nostro panorama politico è altamente deprimente, dequalificante e inespressivo, ma perché Salvini detiene una visibilità mediatica tanto elevata? Se solo qualcuno tra i signori conduttori gli ricordasse che la prevenzione parte dall’educazione, dai simboli, dalla solidarietà. Basterebbe evidenziargli che l’iniziativa delle panchine rosse è nata nel 2014 con una serie di workshop nelle scuole per sollecitare la lotta alla violenza sulle donne e al femminicidio, che secondo i dati dell’Istat colpisce una donna su 3, tra i 16 e i 70 anni. L’idea è stata tanto apprezzata da esser estesa ad altre zone della città e comuni dell’hinterland, fino a raggiungere altre regioni. Sono state installate panchine rosse all’Aquila, a Manduria, in Salento, e a Maruggio, sempre in Puglia. Speriamo davvero di poter vedere presto delle panchine rosse anche a Napoli ed in Campania.

Barbara Giardiello


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