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PROFILI DI CRITICITA’ RILEVATI DAL CONSIGLIO DI STATO NEL DECRETO SUL CANONE RAI

A pochi passi dall’adempimento (ancora non totalmente chiaro) per l’esenzione del canone Rai e dal suo pagamento nella bolletta elettrica, prevista per luglio, giunge beffardamente lo stop dei giudici del Consiglio di Stato che, dopo aver analizzato il decreto ministeriale sulle nuove regole del canone Rai inserite nella legge di Stabilità 2016, rileva diverse criticità. Il parere del Consiglio di Stato è indispensabile per l’approvazione del decreto attuativo della riforma, perché l’atto possa essere promulgato. La sezione consultiva di Palazzo Spada chiede di rivedere alcune mancanze, quali “un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo”: non è specificato cosa si intenda per apparecchio televisivo, considerato che molti ‘device’ (tabelt/smartphone) sono idonei alla ricezione dei programmi tv. Occorrerebbe dunque chiarire che “il canone di abbonamento è dovuto solo a fronte del possesso di uno o più apparecchi televisivi in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare direttamente o tramite decoder”. Esiste poi un problema di privacy. Lo scambio dei dati personali degli utenti coinvolge vari enti: Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia, Acquirente unico, Ministero dell’Interno, Comuni ed alcune società private. Il testo del decreto non prevede alcun regolamento che assicuri l’applicazione della normativa sulla riservatezza. Il Consiglio di Stato segnala pure che non risulta espresso il concerto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Risulta in pratica un semplice nulla osta al prosieguo dell’iter procedurale, che corre il rischio di inficiarne la correttezza formale.

Il Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, sostiene che “il governo aveva già intenzione di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo e a una capillare campagna di comunicazione. Quanto al mancato concerto del Ministero dell’Economia – spiega – è solo la segnalazione che per il Mef ha firmato il capo dell’ufficio legislativo e non il capo di gabinetto. Anche sulla privacy il testo è all’attenzione del Garante”. Il Codacons – Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori – chiede la sospensione del decreto. A noi cittadini, invece, non resta che attendere. E pagare.

Barbara Giardiello


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