Al Sud e al Nord non siamo uguali

Non è vero che i meridionali e i settentrionali, ai quali associo anche la fascia del centro Italia, sono uguali. Da orgogliosa donna del Sud oggi sento il bisogno di smentire questa tesi. Non lo siamo per colpa del sole.

Il sole, che già verso la fine di aprile e l'inizio di maggio ci trasmette quel sano, irrefrenabile piacere di esporre le nostre carni al tepore dei suoi raggi nella corsa alla prima tintarella, ci contagia inevitabilmente della sua forza e dei suoi ritmi. Sovente ai meridionali viene imputata la mancanza di volontà, di impegno, di azione, quella 'pigrizia' dannosa additata come ipotetica causa di tanti problemi e carenze. In realtà al Sud non facciamo altro che seguire i ritmi biologici solari, soprattutto d'estate, adeguandoci ad uno slittamento di orari che tende a farci vivere la notte, a consumare in orari differiti i nostri pasti, evitandoci l'appuntamento con il nosocomio, a farci alzare con maggiore flemma al mattino. E poi si sa, al Sud l'inverno dura poco e non è mai particolarmente rigido. E così, come effetto, anche i nostri caratteri sono diversi, trasudando peculiarità consequenziali: al grigiore e alla frenesia robotica di un settentrionale, senza voler cadere in generalizzazioni stereotipate da cui mi dissocio, si oppongono l'allegria e la spumeggiante capacità socializzante del meridionale. Può dar fastidio, è indubbio. Da qualche stupido persino frainteso, per essere interpretato superficialmente come 'disponibilità' nelle donne o invadenza negli uomini, ma è solo 'arteteca'. Una peculiarità che non colpirà mai un milanese o un veneziano, un fiorentino o un genovese. E non è per razzismo territoriale, siamo tutti indistintamente italiani, con pari diritti e lecite diversità. Solo che noi abbiamo il sole. Il sole fuori e dentro. Barbara Giardiello

Foto tratta da una mia collezione privata, scattata a Napoli il 3 settembre 2011, all'alba.