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Dittatorlandia

Non v’è nulla di più bastardo nella sfera dei comportamenti che attribuire all’altrui libertà del dissenso becere mire economiche, al fine di sminuirne con fini lesivi soggettive visioni ed interpretazioni.

A monte di ulteriori, personali considerazioni, per evitare le tipiche controrepliche grilline di stampo pidiellino che ribattono ad ogni critica con comparazioni non attinenti al problema sollevato, posso dichiarare di appartenere ad una Sinistra oggi smarrita, ovunque la si cerchi. Una premessa che reputo essenziale, perché sono convinta che il M5S identifichi nel PD il suo ‘nemico’. Credo fermamente che il vero obiettivo del movimento sia ben distante dai dichiarati intenti politici 'redentori ed innovatori', ben più palese è la perseguita demolizione di quel che resta di una sinistra frammentata, nel raggiungimento di una maggioranza assoluta. Dunque l’acquisizione di un potere decisionale totale.

Non voto da qualche anno PD e nel corso della vita non l’ho fatto neppure con costante convinzione. Alle ultime elezioni mi sono orientata su Sel. Non ho mai posseduto tessere di partito. Quando mi sono candidata alle elezioni amministrative (Comune di Napoli – 2011), l’ho fatto in una lista civica. Oggi se avvenisse l’improbabile ipotesi di tornare alle urne, credo che per la prima volta opterei per l’annullamento della scheda elettorale. Alle prossime Europee di maggio sosterrò la lista civica di Alexis Tsipras, leader di Syriza, candidato alla presidenza della Commissione europea per lo schieramento di Sinistra Unitaria.

Ma torniamo al caso contingente: le dichiarazioni di un piccolo dittatore lasciano perplessi. Come sempre la quantificazione del bene e del male viene calcolata in moneta e così anche i suoi adepti, che sino ad ieri erano parte integrante del gruppo, oggi sono equiparati agli altri ‘insulsi’ parlamentari. Pur avendo sempre rispettato le regole sancite dallo stesso Grillo in un regolamento sottoscritto e controfirmato, pur avendo puntualmente restituito la parte dello stipendio secondo quanto concordato, sono colpevoli, perché rei di aver espresso parere discorde sulla modalità comportamentale di Grillo nell’incontro con Renzi, nonostante l’esito della votazione sottoposta ai militanti nella decisione di partecipazione alle consultazioni. Grillo si è di fatto sottratto ad ogni confronto, assumendo modi arroganti ed antidemocratici e contravvenendo, dunque, alla volontà della base. Una scelta avvenuta come di prassi via web, ma c’è da chiedersi, quanto sono attendibili tali risultati? C’è chi ha dimostrato fotograficamente di essersi registrato più volte. E che affidabilità offre un sistema di voto che è nelle mani della Casaleggio Associati? Come sostiene il deputato Alessio Tacconi, che ieri è uscito dal gruppo dei 5s alla Camera, ‘se il sistema fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente e dunque non lascerebbe spazio a dubbi’.

Medesima opportunità di voto è stata offerta ai sostenitori 5s oggi, per esprimersi sull’espulsione dei 4 senatori Bocchino, Campanella, Battista e Orellana, come fase finale della già avvenuta Assemblea congiunta dei parlamentari 5s che si è tenuta ieri sera e che ha deciso per la cacciata dei 4 senatori. L’Assemblea si è svolta in un clima di alta tensione: c’è stato chi si è appellato al diritto di libera espressione, chi ha alluso a comportamenti fascisti e chi si è mostrato pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare, in dissenso per la pratiche delle espulsioni, e a formare un gruppo autonomo a Montecitorio, in parallelo con il Senato.

Subito dopo le 19.00, orario ultimo, è giunto il risultato della votazione dei militanti: si sono espressi gli iscritti entro il 30 giungo 2013. Su 43.368 voti, 29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione, 13.485 hanno votato contro.

Nel frattempo Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino e Luis Alberto Orellana avevano annunciato le loro dimissioni, affermando che se la rete si fosse pronunciata a loro favore sarebbero rimasti. La rete, però, li ha ‘puniti’, su esplicito invito di Grillo che, prima della votazione, ha inviato una e-mail a tutti gli iscritti al blog con chiari riferimenti alla consultazione sulle espulsioni:

"L'assemblea dei parlamentari del m5s ha deciso di espellere i 4 senatori battista, bocchino, campanella e orellana. Adesso deciderà la rete. Spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti".

Ciò testimoniato da un post della senatrice pentastellata Enza Blundo su Facebook.

Personalmente sono molto allarmata, queste azioni punitive dal sapore tirannico sono sintomatiche di una netta contrapposizione tra il ‘professato pubblicamente’ ed il ‘programmato in camera caritatis’: i tanto decantati principi di democrazia diretta, la struttura orizzontale del movimento che dovrebbe sorreggere tali sacri principi con il pieno sostegno della base, la libera espressione dell’uno che vale uno sono solamente il tipico specchietto per le allodole, assai lucente e come tale capace di attrarre i tanti milioni di occhi stanchi di penombra e buio, e dunque dalla vista poco acuta. Peccato che tanta apparente lucentezza celi solo antri e caverne.

Al di là dell’appartenenza ad un movimento che con il passare del tempo mi convince sempre meno, al di là della totale disistima verso i suoi fondatori (e proprietari), mi chiedo quale divario etico (non discuto dunque gli aspetti giudiziari) separi chi compra senatori, sfruttando l’enorme potere economico di cui dispone, e chi li espelle, entrambi per garantirsi l’ambìto consenso.

Nutro totale considerazione, invece, di chi conserva intatto il principio di libertà: libertà di espressione, libertà dell’individualità, libertà del rispetto verso la propria integrità. E dunque dei 4 senatori pentastellati che non si sono piegati all’ennesimo, glorioso, capriccioso show del loro capo.

Barbara Giardiello

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